Lunedì 1 settembre ti ho vista per l'ultima volta, c'era la porta aperta, ma tu hai grattato il vetro della finestra nel tuo solito modo buffissimo per chiedere di entrare, ho detto "che gatta stupida che sei!" con il solito misto di affetto, derisione e in fondo anche un po' di orgoglio... perchè sei sempre riuscita a comunicare esattamente quello che volevi... poi sono andata al lavoro, alla sera non ti ho visto, ma non mi sono preoccupata, ti piace esplorare e cacciare.
Martedi mattina non ti ho visto e ancora non mi sono preoccupata, ho fatto le mie commissioni, la posta, la spesa... strano che non sei venuta a curiosare nelle borse come fai di solito... poi ancora al lavoro tutto il pomeriggio, alla sera ancora niente e allora ho cominciato a preoccuparmi... non è ancora il massimo del tempo che sei sparita, ma l'ansia comincia a pressarmi.
Siamo a mercoledi mattina. LaLola rientra in casa, anche lei mancava da lunedì, ma per lei ero già meno preoccupata, lei è una selvaticona ed è diffidente con gli altri umani. Ha le zampine che puzzano di muschio, ma è tranquilla, chiede coccole e crocchette, mangia e se ne va.
L'ansia per Macula è alle stelle, ora sono sicura che qualcosa non va, comincio a fare il giro del cortile avvicinandomi a tutti i garage e le porte del cortile chiamandoti, nessuna risposta.
Alla sera ritento con mio marito. Il mio (poco) sonno è popolato da incubi. La cosa strana è che Roja è stranamente coccolosissima, dorme a fianco delle mie gambe, si rannicchia, fa un sacco di fusa, mi segue ad ogni passo... la cosa mi fa piacere, ma mi inquieta ancora di più... Roja è sempre stata la meno affettuosa e ora ci rendiamo conto che forse non lo era per carattere, ma per necessità, Macula occupava "tutto lo spazio"?
Giovedì passa in una nebbia di dolore e angoscia, alla sera le due superstiti ci rimangono vicine mentre guardiamo un film per distrarci
Non è passato giorno che non sia riuscita a non versare almeno una lacrima per Macula, chissà dove è finita e se è ancora viva... difficile che si sia allontana di sua spontanea iniziativa, non è da lei, lei che a sempre avuto fiducia negli umani invece di essere diffidente... lei che si metteva in braccio a chiunque si sedesse a casa nostra... lei che aveva preso la pessima abitudine (e io adesso mi rodo dai sensi di colpa per non averla dissuasa più bruscamente dal farlo) di salire sul tettuccio delle auto e di non scendere quando l'auto partiva (vicini mi hanno riferito che l'hanno dovuta scacciare fisicamente prima di partire...)
Mio marito ha scritto due pensieri su FB... lui è riuscito prima di me a parlarne...
Ernesto:
Aver adottato dei gatti è stata ed è tutt'ora un'esperienza meravigliosa. Per quanto in passato pensassi di conoscermi a fondo, la convivenza con loro mi ha permesso di scoprire una grossa parte di me inesplorata. Chissà quanto altro di me c'è ancora di cui ignoro l'esistenza, e che necessita dell'input giusto per venire allo scoperto...
Di molto del loro impatto ne ero già a conoscenza prima, ma per quanto portassi rispetto a queste nozioni, erano solo a livello teorico. La pratica è stata tutt'altra cosa: l'incontro con intelligenze diverse, l'acquisizione graduale di consapevolezza della presenza in casa di una forma di vita diversa, manifestazioni di emozioni che non mi sarei mai aspettato e che inizialmente davano loro un che di alieno. Esseri con la loro iniziativa, col loro modo di vivere la stessa casa dove vivo io, con la loro facoltà e capacità decisionale, col loro modo di passare il tempo e di vivere la vita... Per poi capire che ci assomigliamo molto più di quanto avessi mai immaginato, perché loro e noi altro non siamo che varianti di una stessa cosa.
Modi di vivere differenti, ma sempre di vita si tratta.
Modi di pensare differenti, ma sempre di interazione con l'ambiente si tratta.
Complessità e tipi di emozioni differenti, ma sempre di emotività si tratta.
È proprio questo l'aspetto prima ignoto di me, la presa di coscienza di altri modi di... essere... avendoci direttamente a che fare, integrandoli nella mia esperienza di vita.
Ma la parte emotivamente più intensa della convivenza con i gatti è quella che sto vivendo ora per la seconda volta, quella che si vorrebbe accada il più tardi possibile: la loro scomparsa.
Credo sia peggio non sapere cosa sia successo piuttosto che avere la certezza di una fine... non riesci a mettere il cuore in pace... ancora adesso penso a Maki, la siamesina, scomparsa quasi un anno fa...
Quando è arrivata era una pallina bianca con le zampine e il musetto nero, poi è diventata color caffelatte
Lei era una tontolona, timida, passiva, subiva tutto senza mai lamentarsi...
Ancora una volta mio marito ha saputo esprimere a parole ciò che io sento dentro:
Ernesto:
Delle 4 micie, sono sopravvissute quelle che avevano più probabilità di sopravvivere.
Roja, che vede il pericolo persino nella sua ombra.
E LaLola, la più selvatica, di mondo e la più sgamata.
Sono sparite invece Maki, sempre stata troppo teneramente imbranata e impacciata per poter affrontare il mondo dei gatti. Inoltre il suo manto da siamese ereditato da uno dei due genitori l'ha resa appetibile per chi si fa allettare da un gatto-soprammobile per adornare casa.
E Macula, che ha sempre dato troppa fiducia nelle cose e nelle persone a lei estranee, mostrando una spavalta mitezza se non curiosità verso ogni nuova cosa, e affetto verso ogni estraneo che incontrava.
Questo non significa che le due sopravvissute siano in una botte di ferro.
LaLola perché, proprio essendo selvatica per quanto sgamata, si espone molto al mondo e ai suoi pericoli.
Roja, invece, perché può sempre cambiare di carattere (soprattutto ora che ha più spazi per sè) e acquisire quella graduale fiducia verso il mondo che, senza un'adeguata "selvaticità" come quella di LaLola, può farle trovare la stessa fine di Macula.
Mi hanno fatto gentilmente notare che sarebbero potute rimanere chiuse e protette tra le mura di casa, senza mai uscire.
Ma arrivate a un certo punto del loro sviluppo la casa era diventata troppo piccola per 4 gatti, ed era contesa fino alla lotta dove la più timida e debole (Maki) doveva cercare di raccogliere gli avanzi del cibo e degli spazi.
Ma anche ad averne "avuta" solo una, il mondo di fuori è stato troppo allettante per le nostre micie. Passavano del gran tempo davanti al vetro della finestra, a osservare ogni particolare, a percepire ogni movimento e ogni suono. Era una sofferenza per loro rimanere in una "galera dorata", e una sofferenza per noi doverle vedere in quelle condizioni. Inoltre, vivere a piano terra non ha certo aiutato a frenare le loro naturali tentazioni.
Quando poi abbiamo aperto loro la porta, vederle come si comportavano mentre si immergevano nel mondo è un ricordo che mi mette ancora i brividi. L'emotività che esprimevano era... incredibile. Soprattutto Macula, come si può immaginare da quel che ho scritto prima su di lei.
Per cui no. Non mi pento di averle fatte uscire, fin da subito consapevole di ciò che sarebbe potuto accadere loro.
In questa foto LaLola era con noi da un mesetto, Macula da una 15ina di giorni. Roja e Maki erano appena arrivate dal gattile e dopo qualche ora passata a soffiarsi e a studiarsi :
Questa rimane in assoluto la mia foto preferita:
No, non mi pento di aver dato alle mie gatte la libertà di uscire e tornare quando a loro più aggrada. possono cacciare topini, lucertole, tortore e tutti gli insetti che vogliono... possono giocare a nascondino, inseguirsi, ricevere o schivare le coccole dei vicini di casa se vogliono, correre nel pratone che c'è giù in fondo al cortile, oltre l'arco di mattoni a cui hanno libero accesso, con alberi ed erba alta. e fare la conoscenza con i due enormi Dogo Argentini del vicino o il barboncino isterico del balcone dell'altro vicino... e spero che non finiscano mai sotto una macchina... ma sono felici e fanno una vita da gatte di paese... vorrò loro sempre bene e tutto il dolore che sento adesso sono sicura che un giorno verrà attenuato e niente potrà mai cancellare il loro ricordo e l'affetto che mi hanno dato.
Ciao Macula, ciao Maki!
Ok, ho pianto!!!
RispondiEliminaForse perchè un anno fa mi è morta la mia miciona, in casa da 12 anni. Ora abbiamo una nuova amica ma proprio non voglia che esca, non me la sento di rimanere sempre con il dubbio, come succedeva con l'altra quando non tornava e io pensavo che poteva essere dietro l'angolo, ferita, che soffriva!!!
Questa che abbiamo è la quarta: due sono sparite e l'ultima aveva un tumore. Non so cosa è peggio ma forse è solo colpa della mia "vecchiaia" questa sensazione di dolore immenso che non ho provato con la prima ormai dieci anni fa quando la gatta che avevamo è scomparsa. Fatto sta che ho detto questa è l'ultima, è giovanissima e vivrà ancora molti anni (spero!!!) ma poi basta, non ho voglia di soffrire!!!
Anna